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Al Teatro Niccolini di Firenze il Concerto dell’Indipendenza Polacca

11.11.2023

Un concerto straordinario in un luogo straordinario, quello organizzato in occasione della Festa dell’Indipendenza polacca l’11 novembre nel prestigioso Teatro Niccolini. Per celebrare i 105 anni della riconquista dell’indipendenza della Polonia nel 1918 sul palco del teatro più antico di Firenze si sono esibiti due straordinari artisti. Il basso-baritono polacco Daniel Kotliński che quest’anno celebra i 40 anni della sua attività professionale, giunto appositamente da Danzica, e il pianista e direttore d’orchestra italiano Marco Balderi, che hanno eseguito brani tra i più significativi della cultura musicale dei due paesi, tra cui quelli di Chopin, Tosti, Verdi, Puccini, De Curtis, Bixio.

Firenze 11 novembre 2023

L’evento che si è svolto in presenza dell’ambasciatore di Polonia in Italia Anna Maria Anders e del console onorario a Firenze Stefano Barlacchi è stato organizzato dall’Ambasciata di Polonia a Roma in collaborazione con il Consolato onorario della Repubblica di Polonia per la Toscana. Tra le numerose autorità civili, militari e religiose presenti anche Luca Milani, presidente del Consiglio comunale di Firenze, e il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, oltre a consoli onorari di diversi Paesi e una nutrita rappresentanza della comunità ucraina di Firenze. All’eccezionale serata ha infatti partecipato anche il sindaco della città polacca di Przemyśl Wojciech Bakun a cui in mattinata, durante la cerimonia a Palazzo Vecchio, era stato consegnato lo Scudo d’Argento conferito dall’Istituto Scudi di San Martino di Firenze alla cittadinanza di Przemyśl per l’aiuto e la straordinaria solidarietà verso i profughi ucraini. Il secondo riconoscimento al sindaco della città polacca è giunto invece poco prima del concerto: l’amministrazione comunale di Firenze, rappresentata da Luca Milani, ha consegnato a Wojciech Bakun una targa come riconoscimento del grande sforzo umanitario profuso dalla municipalità polacca nei confronti dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Il sindaco ha poi sottolineato nel suo discorso come tanti italiani abbiano lavorato nel centro di assistenza di Przemyśl diventata epicentro del volontariato mondiale.  

L’evento si è aperto con i saluti del console onorario Stefano Barlacchi che si è soffermato sul significato storico e politico dell’ottenuta indipendenza del 1918. Successivamente, l’ambasciatore di Polonia in Italia Anna Maria Anders ha richiamato l’attenzione sulla solidarietà e sui legami speciali tra Polonia e Italia ricordando, tra l’altro, la partecipazione determinante del 2° Corpo d’Armata polacco guidato da suo padre, il generale Władysław Anders, alla guerra di liberazione del 1944.

Le oltre 200 persone che hanno partecipato all’evento hanno inoltre osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle alluvioni che hanno colpito ultimamente la regione Toscana.

Alla fine del concerto gli artisti hanno eseguito l’Inno nazionale polacco, accompagnati nel canto dai numerosi polacchi presenti in sala.

L’11 novembre è una data molto importante per tutti i polacchi.

E’ il giorno in cui si celebra l’anniversario dell’Indipendenza della Polonia, riconquistata nel 1918 dopo che per 123 anni il paese era scomparso dalla carta dell’Europa a causa delle spartizioni compiute dall’Austria, dalla Prussia e dalla Russia (1795). Nonostante la lunga perdita della sovranità e della libertà il popolo polacco non ha mai perso il proprio carattere nazionale e le proprie tradizioni. Nel corso degli anni di oppressione i polacchi hanno sempre coltivato la propria identità e non hanno abbandonato il sogno di risurrezione, volendo fortemente la rinascita della loro Patria e lottando contro gli oppressori. Questa Festa nazionale è il simbolo della lotta che i polacchi hanno combattuto per molte generazioni.

L’11 novembre 1918 venne firmato l’armistizio che metteva fine alla Grande Guerra anche sul fronte tedesco e quel giorno il Maresciallo Józef Piłsudski, comandante delle Legioni Polacche, prese il controllo della Polonia diventando il primo Capo del rinato Stato polacco. La data è perciò rimasta simbolica anche se ancora un anno di rivolte doveva passare, perché fosse consolidata quella conquista, e un ulteriore anno doveva trascorrere perché il Trattato di Versailles ratificasse i nuovi confini polacchi.

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