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San Giovanni Paolo II nei ricordi - Repubblica Ceca

S.E. Václav Kolaja, Ambasciatore della Repubblica Ceca presso la Santa Sede

24.02.1992 Conakry, Guinea. Il Papa Giovanni Paolo II durante l'incontro con i giovani davanti al Palazzo del Popolo.

Ambasciatore ricorda il centenario dalla nascita del Papa San Giovanni Paolo II

Oggi ricordiamo il centenario dalla nascita di San Giovanni Paolo II, un grande papa di origini polacche che manifestava un particolare affetto agli abitanti della Boemia, Moravia e Slesia e che ha contribuito in modo straordinario alla caduta del regime totalitario nel nostro paese trent’anni fa e ci insegnava di non avere paura.

Il mio primo ricordo di Giovanni Paolo II si lega al momento in cui vidi per la prima volta alla fine degli anni settanta una foto appesa in sagrestia della Chiesa dell’Elevazione della Santa Croce nel mio paese nativo Strání. Ci fu il volto di un uomo che al primo sguardo irradiava un carisma particolare e una forza interna ma allo stesso tempo tanta gentilezza e bontà. Ancora oggi ricordo le parole del nostro Padre Čechmánek: “E’ il nuovo papa. È nostro, dalla Polonia, e ci porterà tempi buoni.”

Un secondo momento intenso che mi viene in mente in riferimento a Giovanni Paolo II è l’attentato di maggio del 1981. Conservo sempre i vivi ricordi delle preoccupazioni, tristezza e ansia che ci avvolgevano. Per fortuna non durarono molto e dopo poche settimane li sostituì un grande sollievo e gioia per la guarigione dell’amato papa.

Il mio terzo ricordo è collegato ai momenti in cui vidi Giovanni Paolo II per la prima e ultima volta dal vivo. Fu a Campo di Letná a Praga in aprile del 1990 quando la Cecoslovacchia fu il primo paese oltre la cortina di ferro visitato dal papa dopo la caduta del comunismo. Ancora oggi ho la pelle d’oca quando ricordo le parole del Presidente Václav Havel che accolse il papa slavo sul territorio ceco: “Non so, se so, cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che, in questo momento sto partecipando ad un miracolo: l’uomo che ancora sei mesi fa veniva arrestato come nemico dello Stato, oggi nella veste del Presidente di questo Stato, porge il benvenuto al primo Pontefice che nella storia della Chiesa cattolica ha poggiato il piede su questa terra.”

Giovani Paolo II visitò le Terre Ceche ancora due volte, nel maggio del 1995 canonizzò Zdislava Berka e Giovanni Sarkander e in aprile del 1997 in occasione del millennio di Sant’Adalberto. Il fatto che Giovanni Paolo II visitò negli anni novanta il nostro paese ben tre volte è una dimostrazione indiscutibile di un profondo affetto verso la nostra nazione.

Non mi è stato concesso di poter incontrare questo grande uomo di persona al contrario di mia sorella Maddalena che ebbe l’onore di consegnare a Giovanni Paolo II in Vaticano il dono per la visita apostolica durante la messa di ringraziamento nel giugno del 1996. A maggior ragione ho apprezzato molto di aver potuto partecipare come l’Ambasciatore del nostro paese presso la Santa Sede alla messa in onore di San Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro in Vaticano in occasione del 30° anniversario della canonizzazione di Sant’Agnese di Boemia. Lei fu canonizzata proprio da Giovanni Paolo II il 12 novembre 1989, soli cinque giorni prima della Rivoluzione di velluto che spazzò via il regime totalitario dalla Cecoslovacchia.

Giovanni Paolo II ci lasciò con la sua vita e i 27 anni di pontificato un grande operato. Contribuì in modo fondamentale alla distruzione della dittatura comunista, ebbe un ruolo importante nell’unione dell’Europa divisa da più di cinquant’anni dalla cortina di ferro, portò nella Chiesa l’umanità e umorismo e ispirò molto i giovani tra l’altro con il suo coraggio di superare molti tabu e di riflettere sugli errori storici della Chiesa pregando per il loro perdono. Il Papa Francesco che canonizzò Giovanni Paolo II in aprile del 2014 apprezzò nell’omelia odierna il suo predecessore sulla sede di San Pietro come “l’uomo della preghiera, vicinanza alla gente e giustizia misericordiosa”. Credo che San Giovanni Paolo II rimarrà una fonte d’ispirazione per noi e anche per le future generazioni.

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